“Un’antica leggenda narra di un cavaliere solitario di ritorno dalle crociate, esausto in sella al suo destriero da non si sa quanti giorni, percorreva in una tranquilla giornata di sole, un sentiero di montagna, tra boschi secolari e ruscelli spumeggianti. In alcuni tratti si rallegrava nello spronare il suo cavallo per sentire il soffiare del vento attraversare le fessure della sua armatura, per poi rallentare e godersi i profumi ed i soavi rumori del bosco che attraversava.Intanto più in alto, al confine dell’orizzonte si scorgevano di già le torri di un maniero che si stagliavano severe verso il cielo, quand’ecco scorgere in lontananza la figura di un nobile cavaliere che si parava verso di lui. Fiero e felice di poter finalmente incontrare un suo pari, dopo mesi di frustrante peregrinare, levò largo il braccio e compose con le dita un segno a “V” per proclamare la sua personale vittoria rientrando dopo estenuanti battaglie dalla crociata.Il nobile cavaliere fattosi davanti a lui, sorpreso da quel gesto, ricambiò il saluto ed incuriosito chiese quali storie ed avventure lo avevano stremato e portato su quelle montagne. Finito il racconto, il nobile cavaliere accompagnò il crociato ad entrare nel proprio castello e ne fece un degno ospite, fintanto che riprese le forze per proseguire il cammino verso le sue terre.”

 

Non sappiamo se la leggenda è veritiera, e quale mistero si cela dietro a questo racconto, ma sappiamo per certo che con quel gesto, noi motociclisti ci sentiamo eredi di quel tempo, cavalieri in sella al nostro destriero, ed offriamo ai nostri pari aiuto ed ospitalità.